Nelle vie limitrofe
Da piazza Oberdan si scorge il palazzo di Giustizia imponente e massiccio a cui sono direttamente collegate le carceri. Vi si accede dalla laterale via del Coroneo. Sono però in via Carducci le donne di pietra che guardano dall'alto il costante traffico di una delle vie principali della città, già via del Torrente, essendoci un fiume che ancora adesso corre sotto il manto stradale
Sopra il portone di ingresso delle Carceri in via del Coroneo c'é un medaglione con il volto terribile di Medusa con i serpentelli fra i capelli, che osserva e pietrifica la vita di coloro che entrano dal portone verso il luogo della loro coercizione
Del mito di Medusa , giovane e bellissima vergine stuprata da Giove, ci sono svariate versioni e interpretazioni. Una donna che si vendica, una donna che si difende? Di certo non è un'immagine rassicurante.
Percorrendo via Carducci, dal centro verso piazza Oberdan, come fanno tutti i cortei politici e sindacali, le processioni religiose financo il corteo del carnevale, si è osservati dai muri e dai tetti delle case circostanti da donne, volti e cariatidi che accompagnano il passante. Bisogna alzare la testa per osservarle, perchè solo qualcuna è evidente. Per lo più sono confuse nelle facciate o si confondono nello sfondo anonimo di altri palazzi come la la statua di Anfrite moglie di Poseidone,dio del mare, posta sul tetto del palazzo al numero 3 di via Carducci che si confonde con gli anonimi palazzi in stile anni 70 che la circondano.
Anfrite, la più bella delle Nereidi fu scelta da Poseidone per essere sua sposa. Tradita dal marito con una giovane fanciulla che abitava una grotta in Calabria, decise di vendicarsi.Con una polvere magica sparsa in mare trasformò in mostro la bella Scilla che mangia i marinai naufragati fra i gorghi causati da Cariddi nello stretto di Messina
Ala fine di via Carducci si giunge in piazza Oberdan, collegata a piazza Dalmazia senza soluzione di continuità, al punto che le due piazze sembrano un tutt'uno. Qui fa bella mostra di sé il palazzo ex Arrigoni con un gruppo scultoreo sul tetto denominato La Romanità, opera dello scultore triestino Marcello Mascherini che ha fatto anche la statua posta nel centro di piazza Oberdan ispirata al Cantico dei cantici. Di fronte, in fianco all'attuale hotel Posta ci sono le statue sul tetto di palazzo Czarzy dalla particolare facciata arrotondata.