Piazza Venezia
Nel centro del giardinetto di piazza Venezia, lungo le rive, trova posto il monumento a Massimiliano. La statua è stata forgiata con i soldi di una sottoscrizione popolare nel 1861. Massimiliano è in una posa amichevole, una mano sul cuore e l'altra in atteggiamento di concessione. E' probabile che non si sia mai reso conto che quello che lui voleva concedere il popolo se lo sarebbe preso comunque e in modo molto più radicale
La statua di Ferdinando Massimiliano d'Asburgo Lorena principe imperiale e Arciduca d'Austria, fratello minore dell'imperatore Francesco Giuseppe, non fu sempre qui. Per lunghi periodi giacque nei magazzini del comune. Poi fu spostata nel parco di Miramare. Solo nel 2009 la statua venne ricollocata nel suo luogo originario.
Nel giardinetto della piazza ci sono dei blocchi monoposto che hanno sostituito le panchine di un tempo. Le male lingue dicono che la scelta del monoblocco sia stata fatta per evitare che i clochard ne approfittassero per sdraiarsi. Alla faccia dell'accoglienza e della tolleranza.
Il carattere celebrativo e retorico del monumento è evidente. Alla base le immagini idealizzate dei quattro continenti con i simboli fra una statua e l'altra della poesia , della scienza, delle arti e dell'industria a significare il poliedrico genio di Massimiliano che effettivamente si dedicò a diverse branche del sapere.
Sul tamburo che sostiene la statua immagini femminili inneggianti all'imperatore del Messico. Da notare sulla testa delle due fanciulle della foto sottostante il castello di San Giusto e il castello di Miramare a significare quali sarebbero state le aspirazioni che avrebbero fatto felice Massimiliano, costretto invece dalla ragion di stato a ben altre scelte. Del resto con il fratello che si trovava non aveva molte altre possibilità.
Massimiliano visse in un periodo di grandi cambiamenti e spesso si trovò su posizioni politiche avanzate rispetto al suo ruolo e agli interessi che avrebbe dovuto difendere. Anche quando gli fu offerto di diventare imperatore del Messico cercò di trovare dei compromessi con la parte meno radicale dei rivoluzionari senza riuscirci. Il 19 giugno del 67 fu fucilato dai rivoluzionari di Juàrez.